...e dobbiamo tutti qualcosa a Hokusai...
L'onda li travolge ma i pesciolini non hanno paura (è una mareggiata lieve, fatta per il loro divertimento e io mi sono divertita a farla).
Questo blog è nato esclusivamente per la diffusione della mia pittura digitale. Non ha sponsor nè proventi di alcun genere. Per ingrandire ogni singolo lavoro cliccare sull'immagine
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lunedì 7 dicembre 2015
giovedì 12 novembre 2015
Le foglie nell'acqua e nell'ombra
L'ho fatto quest'estate: quando il caldo era più opprimente ho immaginato foglie che trovano ristoro nell'acqua e nell'ombra, cercando di rendere soprattutto la trasparenza e la mobilità dell'acqua e il tremolio delle foglie.
domenica 11 ottobre 2015
Il sole brucia
A dire il vero il sole ormai non brucia più. Ci sono già state le prime piogge, che a me piacciono molto: bello svegliarsi col rumore della pioggia e andare in cucina a farsi il caffè.
Però il ricordo dell'estate un po' punge e così è venuto fuori questo grande sole invasivo del quale ho cercato di esprimere l'energia. Solo in un secondo momento ho aggiunto una piccola donna abbronzata.
giovedì 10 settembre 2015
L'antro della sirena
Avrei potuto fare un antro più realisticamente roccioso ma l'antro della sirena è un rifugio dell'anima, un nascondiglio del cuore e il realismo non era per nulla necessario.
mercoledì 10 giugno 2015
lunedì 25 maggio 2015
Dalla serie "I miei Ovali": La sapienza dello sguardo dei miopi.
Il fiore, la gonna gitana, il ventaglio, il pesce tropicale, le piume colorate, i foulards, la banderuola...e molto altro ancora...
Ho pensato a vari oggetti colorati e leggeri, fluttuanti nell'aria o nell'acqua le cui forme si somigliano e si richiamano a vicenda, e ho provato a sintetizzarli in un'unica immagine. Ciascuno degli oggetti che ho elencato può sembrare tutti gli altri, dipende dal punto di osservazione, dalla luce e da altro...ma solo noi miopi, quando ci togliamo gli occhiali, riusciamo a confondere le forme con inconsapevole sapienza alchemica.
Si dirà: ma sono inganni di una vista difettosa!
Io li chiamo: intuizioni di analogie formali.
Ho pensato a vari oggetti colorati e leggeri, fluttuanti nell'aria o nell'acqua le cui forme si somigliano e si richiamano a vicenda, e ho provato a sintetizzarli in un'unica immagine. Ciascuno degli oggetti che ho elencato può sembrare tutti gli altri, dipende dal punto di osservazione, dalla luce e da altro...ma solo noi miopi, quando ci togliamo gli occhiali, riusciamo a confondere le forme con inconsapevole sapienza alchemica.
Si dirà: ma sono inganni di una vista difettosa!
Io li chiamo: intuizioni di analogie formali.
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giovedì 7 maggio 2015
giovedì 19 febbraio 2015
Mi si chiede perché non pubblico più nulla, e la risposta è semplice:
non produco più nulla e nemmeno ci sto provando. Mi sento in crisi e le
vicende del mondo non mi aiutano di certo a superare questo sentimento
di tristezza e di impotenza. Vivo in un paese bello e corrotto, in una
città bella e corrotta. Ma soprattutto percepisco incoscienza e follia
intorno a me.
In queste condizioni dalla mia testa, dal mio cuore e dalle mie mani non esce più la girandola di luce-colore con la quale cercavo di esprimere, in un recente passato un sentimento forte, libero e gioioso della natura, del mare e del cosmo; nei miei ultimi lavori c'è pessimismo, senso di costrizione, la mia "Colomba imprigionata" si dibatte irretita in un spazio angusto, non riesce a volare ma solo a perdere le piume. Forse mi rituffo nella manualità e nella concretezza della ceramica: si maneggia l'argilla che è un materiale naturale, ci s'imbratta le mani, ci si sporca il camice e dopo esiste un oggetto che prima non c'era.
In queste condizioni dalla mia testa, dal mio cuore e dalle mie mani non esce più la girandola di luce-colore con la quale cercavo di esprimere, in un recente passato un sentimento forte, libero e gioioso della natura, del mare e del cosmo; nei miei ultimi lavori c'è pessimismo, senso di costrizione, la mia "Colomba imprigionata" si dibatte irretita in un spazio angusto, non riesce a volare ma solo a perdere le piume. Forse mi rituffo nella manualità e nella concretezza della ceramica: si maneggia l'argilla che è un materiale naturale, ci s'imbratta le mani, ci si sporca il camice e dopo esiste un oggetto che prima non c'era.
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