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lunedì 25 marzo 2013
Dalla mia serie "I pensieri della Sirena": La sirena arenata
Cercavo un equivalente femminile dell'Albatros di Baudelaire (senza presuntuosi paragoni, per carità!) per esprimere una condizione di disagio rispetto alle cattiverie, maldicenze, viltà, calunnie, malintesi e meschinità con cui bisogna convivere, e così ho "inventato" la Sirena: fisicamente bella nell'immaginario collettivo, ma anche mostruosa per la sua parte animalesca, sensuale e sfuggente al tempo stesso. Può stare sulla terra, è anfibia, ma non può camminare, ed è a suo agio invece laddove pochi osano andare: nelle profondità marine. Mentre l'Albatros vince il suo disagio elevandosi superbamente al di sopra di tutto e di tutti, fendendo l'aria nelle altitudini asettiche, la mia sirena, umilmente (ma voluttuosamente), si cala nell'acqua, elemento femminile per eccellenza, e più precisamente nel mare, un mondo cioè popolato, colorato e fecondo, ricco e multiforme quanto le terre emerse.
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